Scritto da Gaspar Palmer il 26 novembre 2021
Quando ci riferiamo al cloud, usiamo un termine educato per parlare dell’esternalizzazione di servizi web come comunicazioni, email e archiviazione dati, di solito gestiti da giganti come Amazon, Google e Microsoft, tra gli altri. Capita persino che le amministrazioni pubbliche scelgano di affidare la gestione dei propri dati, email, ecc., a queste stesse aziende – di solito per la mancanza di mezzi, sia materiali che umani, per gestirli direttamente.
Affidare i dati a terzi ed esternalizzarne la gestione può essere molto comodo. Ma il problema principale, e la preoccupazione comune a tutti gli utenti di questo tipo di servizi, è soprattutto la “perdita di controllo” sui dati.
Collocare i dati su macchine gestite da un altro fornitore può essere più efficiente, ma si avrà meno controllo sugli accessi e sulla loro gestione. È necessario sottolineare che alcuni di questi grandi fornitori, nei loro contratti (attraverso clausole complesse che a volte ignoriamo), hanno la nostra autorizzazione a fare dei nostri dati il prodotto con cui commerciare.
Pertanto, oggi le organizzazioni devono prendere decisioni critiche riguardo all’archiviazione e alla manutenzione dei propri dati, da diversi punti di vista:
Aspetto operativo e funzionale: garantire il corretto funzionamento della nostra organizzazione.
Creazione e conservazione dei vantaggi competitivi: attraverso le conoscenze acquisite e soprattutto sviluppate a partire da questi dati.
Conformità al quadro normativo e legislativo.
Bisogna tenere conto che:
Il RGPD europeo richiede espressamente che i dati sensibili relativi ai cittadini europei non possano essere ospitati su server esterni al territorio comunitario.
Il Cloud Act statunitense consente alle autorità USA (dalla polizia locale alle agenzie federali) di chiedere alle aziende tecnologiche americane dati su utenti e società di altri Paesi ospitati in data center al di fuori del loro territorio. Questo implica, di fatto, l’accesso ai dati ospitati nei data center di aziende americane sul suolo europeo.
Anche se vengono firmati i contratti che obbligano, in questi casi, a mantenere i dati su server situati nello Spazio Economico Europeo, è difficile sapere con certezza se ciò avverrà, anche se i sistemi possono essere sottoposti ad audit.
Va ricordato che i fornitori di servizi cloud statunitensi operano nell’Unione Europea e, pur avendo data center sul territorio europeo e rispettando le leggi europee, sono soggetti al Cloud Act. Pertanto, potrebbero essere costretti a divulgare i dati degli utenti e delle aziende europee se richiesto dalle autorità nordamericane. Per questo motivo, la Germania ha avvisato gli altri membri dell’UE del pericolo di lasciare la gestione di informazioni sensibili (anche critiche) nelle mani delle aziende statunitensi.
Il modo migliore per i cittadini e le aziende europee di proteggere la propria privacy è scegliere di ospitare i propri dati in servizi cloud di fornitori situati nel territorio comunitario e appartenenti ad aziende europee.
Il servizio Cloud di OpenKM aiuta a risolvere tutta questa complessità legislativa e offre facilità di accesso, gestione e sicurezza basata nell’UE, a un costo accessibile e con totale privacy.
Il servizio OpenKM Cloud si impegna a fornire una gestione dei dati senza possibilità di sorprese inattese. Questo impegno è sancito nelle clausole del contratto di servizio, che dichiarano chiaramente che i nostri documenti saranno mantenuti al sicuro (esclusivamente a nostro carico e sotto la nostra gestione). E nulla nei termini contrattuali può essere interpretato come un diritto a operare, controllare o esaminare i nostri dati e le nostre operazioni.
Questo ambiente Cloud può essere gestito in diversi modi, a seconda delle esigenze:
Direttamente dal team OpenKM: ottenendo un Cloud puro, con accesso come servizio che include l’amministrazione e la manutenzione dei server e l’esecuzione corretta dei backup. Questo servizio è il più adatto per le organizzazioni che non hanno molti utenti o che non gestiscono grandi volumi di repository. Costo: 75 € al mese.
Dal team OpenKM, ma con servizi aggiuntivi di un reparto IT esterno: i servizi di hosting sono distinti da quelli associati al supporto della piattaforma OpenKM (i primi sono mensili, i secondi annuali). Questa proposta è adatta agli ambienti aziendali con un numero elevato di utenti o repository di grandi dimensioni da gestire. È anche ideale per ambienti ad alta disponibilità.
Ambiente ospitato nello stesso data center ma gestito dal proprio reparto IT: in questo caso, l’IT interno dell’organizzazione gestisce le policy relative all’amministrazione e alla manutenzione del server e delle procedure di backup. Il team tecnico di OpenKM fornirà solo il supporto tecnico associato alla piattaforma di gestione documentale. Questa proposta è adatta a qualsiasi ambiente aziendale che dispone di un proprio team IT e vuole gestire direttamente il proprio cloud privato. È possibile, se richiesto, configurare anche ambienti ad alta disponibilità.